I miracoli di Gesù

(042)

Il nipote del fariseo Eli di Cafarnao guarito (161.3 - 161.4)

Il vecchio Eli, spettinato e stravolto, con le vesti in disordine, corre verso Gesù, a braccia tese, e crolla ai suoi piedi urlando: "Pietà! Pietà! Perdono! Non ti vendicare sull'innocente della mia durezza. Tu solo puoi salvarlo! Dio, tuo Padre, qui ti ha condotto. Io credo in Te! Io ti venero! Ti amo! Perdono! Sono stato ingiusto! Menzognero! Ma sono punito. Queste ore sole valgono punizione. Aiuto! E' il maschio! L'unico figlio del mio maschio morto. Ed ella mi accusa di averlo ucciso" e piange battendo il capo per terra ritmicamente.
"Ma su! Non piangere così. Vuoi tu morire senza più occuparti di crescere il nipote?"
"Muore! Muore! Forse è giù morto. Fammi morire anche io. Ma non vivere in quella casa vuota! Oh! miei tristi, ultimi giorni!"
"Eli, alzati e andiamo...."
"Tu... vieni proprio? Ma sai chi sono io?"
"Un disgraziato. Andiamo."
Il vecchio si alza e dice: "Vado avanti, ma Tu corri, corri, fa' presto!" E va via, veloce per la disperazione che lo pungola nel cuore.
"Ma, Signore, credi che lo muterai con questo? Oh! che miracolo sprecato! Ma lasciala morire quella serpicina! Morrà anche il vecchio di crepacuore e... ce ne avrai uno di meno sulla tua strada. Ci ha pensato Dio a..."
"Ma Simone! In verità ora la serpe sei tu." Gesù respinge severamente Pietro, che resta a capo chino, e va avanti.
Presso la piazza più grande di Cafarnao è una bella casa davanti alla quale è folla che fa baccano.... Gesù a quella si dirige e sta per arrivarvi quando dalla porta spalancata esce il vecchio, seguito da una donna scarmigliata che stringe fra le braccia un esserino agonizzante. Il veleno paralizza già gli organi e la morte è prossima. La manina ferita pende col segno del morso alla radice del pollice. Eli non fa che gridare: "Gesù! Gesù!"
E Gesù, pigiato, sopraffatto dalla folla che quasi gli impedisce ogni atto, prende la manina e se la porta alla bocca, sugge la ferita, poi alita sul visetto cereo dagli occhi socchiusi e vitrei. Poi si raddrizza: "Ecco" dice "ora il bambino si sveglia. Non lo spaventate con tutti quei volti stravolti. Avrà già paura per il ricordo del serpe."